Piano di emergenza Comunale

La Regione Abruzzo con le “Linee Guida per i Piani Comunali ed intercomunali di emergenza” approvate con D.G.R. n. 521 del 23 luglio 2018, che aggiorna ed integra le precedenti, approvate con D.G.R. n. 19/2015, ha voluto fornire indicazioni utili per la predisposizione da parte dei Comuni di Piani Comunali ed Intercomunali di Protezione Civile. La definizione di procedure standardizzate per i tutti i Comuni si rende necessaria al fine di consentire l’attivazione dei sistemi comunali di protezione civile, con il coordinamento e l’ottimizzazione di tutte le risorse presenti sul territorio, potendo così operare con la massima sinergia in caso di emergenza. Le indicazioni riportate risultano allineate con gli indirizzi operativi definiti a livello nazionale dal Dipartimento della Protezione Civile per tutte le Regioni italiane.

Il Piano di emergenza, sia di livello comunale che Intercomunale, rappresenta l’insieme delle procedure d’intervento da attuare al verificarsi di un evento emergenziale, garantendo il coordinamento delle strutture chiamate a gestire l’emergenza. Il Piano di Emergenza definisce le principali azioni da svolgere ed i soggetti da coinvolgere al verificarsi di un evento emergenziale, e riporta il flusso delle informazioni che deve essere garantito tra i soggetti istituzionali (in particolare Sindaco, Prefetto, Presidenti di Provincia e Regione) e tra il Comune e i soggetti operanti sul territorio che concorrono alla gestione dell’emergenza, nonché le azioni per garantire la tempestiva comunicazione/informazione della popolazione.

In particolare, per le tipologie di rischio di tipo prevedibile vengono definite le procedure con l’attivazione di fasi (individuate come azioni minime da intraprendere) in rapporto al livello di allerta raggiunto (il livello di allerta a sua volta viene definito sulla base dell’osservazione dei fenomeni meteo ed idrogeologici previsti o in atto nel caso, ad esempio, del rischio idraulico, idrogeologico, incendi, neve/valanghe/ghiaccio); nel caso di eventi di tipo sismico ed altri rischi di non prevedibili, si avrà una sola fase, quella d’emergenza.

Pertanto, per ogni fase, vengono delineate le prime azioni da mettere in atto da parte del Sindaco, Responsabile del C.O.C., nonché dei responsabili delle Funzioni di Supporto, al fine di garantire una pronta risposta d’intervento. Tuttavia tali azioni non potranno essere considerate né sufficienti né esaustive, ma solamente indicative, in quanto, a seconda della particolarità dell’evento, della sua estensione spazio-temporale, degli effetti al suolo determinati, potrebbero essere necessari interventi di tipo diverso.

Il Piano comunale di Emergenza distingue le attività in:

  • Attività in ordinario;
  • Attività in emergenza.

Per quanto riguarda le attività in ordinario, in primo luogo si fa riferimento alla redazione, aggiornamento e nella verifica del Piano stesso. Tali attività sono finalizzate alla conoscenza delle risorse disponibili a livello comunale da utilizzare in caso di emergenza, assicurando azioni integrate di intervento, nonché all’organizzazione a livello comunale della comunicazione sui rischi del territorio e sui comportamenti da seguire, in caso di emergenza, da parte della popolazione coinvolta. Le attività in emergenza sono, invece, definite nel modello di intervento.