Rischio incendio boschivo di interfaccia

Sistema di allertamento

Il sistema di allertamento regionale contempla anche il rischio incendio boschivo di interfaccia.

Un incendio boschivo può essere definito come “un fuoco che si sviluppa su aree boscate, cespugliate oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree”.

L’incendio di interfaccia può essere definito come un incendio che si sviluppa in quei luoghi geografici dove il sistema urbano e quello rurale si incontrano e interagiscono: in particolare, la fascia perimetrale considerata e riportata nella cartografia allegata al piano, è pari ai 200 metri. Tale incendio può avere origine sia in prossimità dell’insediamento (combustione di residui vegetali o accensione di fuochi durante attività ricreative in parchi urbani e/o periurbani, ecc.) sia come incendio propriamente boschivo, per poi interessare le zone di interfaccia.

Le cause di incendio possono essere:

  1. naturali, come ad esempio i fulmini.
  2. di origine antropica cioè imputabili ad attività umane.

Queste ultime si distinguono, a loro volta, in:

  • accidentali, come ad esempio un corto circuito, surriscaldamento di motori, scintille derivate da strumenti da lavoro, ecc;
  • colpose, come alcune pratiche agricole e pastorali, comportamenti irresponsabili nelle aree turistiche, lancio incauto di materiale acceso (fiammiferi, sigarette, ecc.);
  • dolose, quando il fuoco è appiccato volontariamente dall’uomo per le motivazioni più disparate.

Il rapido propagarsi dell’incendio boschivo può essere favorito da particolari condizioni atmosferiche, come giornate particolarmente calde e ventose, in un periodo di scarse precipitazioni.

Il Centro Funzionale Centrale del Dipartimento di Protezione Civile emana quotidianamente, entro le ore  16:00, uno specifico bollettino di suscettività all’innesco degli incendi boschivi accessibile alle  Regioni e Province autonome, Prefetture UTG, Corpo Carabinieri Forestali e Corpo Nazionale dei Vigili del  Fuoco. Il Centro Funzionale d’Abruzzo, sulla base del Bollettino del CFC, redige uno specifico documento,  denominato Bollettino Regionale di suscettività all’innesco di incendi boschivi e pubblicato  quotidianamente on line sul sito http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/home, durante il periodo della  campagna Anti Incendio Boschivo (A.I.B.)

 Il bollettino, che riporta le indicazioni sintetiche sulle condizioni relative al rischio incendi boschivi, è  redatto su scala provinciale, pertanto la sua diffusione è discretizzata su quattro zone di allerta.

Per il rischio incendi boschivi le zone di allerta, pertanto, sono:

  • PROVINCIA DELL’AQUILA;
  • PROVINCIA DI CHIETI;
  • PROVINCIA DI PESCARA; ü PROVINCIA DI TERAMO.

Il Bollettino Regionale di suscettività all’innesco di incendi boschivi comprende una parte testuale che raccoglie previsioni meteoclimatiche e una in forma grafica con la mappatura dei livelli di pericolosità.

Sono definiti tre livelli di pericolosità riguardo il rischio incendi a cui corrispondono tre diverse situazioni operative di eventuale contrasto:

  • pericolosità bassa: le condizioni sono tali che ad innesco avvenuto l’evento può essere fronteggiato con mezzi ordinari;
  • pericolosità media: le condizioni sono tali che ad innesco avvenuto l’evento deve essere fronteggiato con una risposta rapida ed efficace, senza la quale potrebbe essere richiesto l’intervento di mezzi aerei;
  • pericolosità alta: le condizioni sono tali che ad innesco avvenuto l’evento può essere contrastato solo ricorrendo all’utilizzo di mezzi straordinari, quali la flotta aerea statale e regionale.

I livelli di pericolosità vengono rappresentati, sulle mappe del bollettino, mediante l’utilizzo di tre colori:

  • verde = pericolosità bassa; –      arancio = pericolosità media;
  • rosso = pericolosità alta.

 In caso di pericolosità ALTA il Centro funzionale d’Abruzzo invia via sms, mail e PEC una informativa ai  Sindaci (e agli altri soggetti indicati) dei Comuni e agli altri enti ricadenti all’interno della Provincia  interessata da tale pericolosità inseriti in apposite liste di distribuzione presenti nei Protocolli di Intesa con le Prefetture.  

A seconda dei livelli di pericolosità vengono attivati livelli di allerta.

In particolare, i Livelli di Allerta sono attivati sulla base:

 del Bollettino predisposto dal Centro Funzionale (sulla base del Bollettino di suscettività all’innesco emesso dal Centro funzionale Centrale);  di segnalazioni di fenomeni in atto.

Il modello di intervento in caso di rischio di incendi boschivi prevede una fase di normalità e tre diverse fasi di allerta. Tali fasi, che attivano le azioni previste dai Piani di emergenza comunali o intercomunali di protezione civile, corrispondono ai livelli di allerta secondo il seguente schema:

La fase di normalità è conseguente alla previsione di una pericolosità BASSA riportata dal bollettino giornaliero.

La fase di attenzione viene attivata per tutta la durata del periodo della Campagna AIB e rappresenta la fase minima di attivazione. Inoltre, si attiva in caso di suscettività MEDIA o ALTA (a seconda della situazione locale) o al verificarsi di un incendio boschivo. 

La fase di preallarme si attiva in caso di suscettività MEDIA o ALTA riportata dal bollettino o quando l’incendio boschivo è in atto e prossimo alla fascia perimetrale.

La fase di allarme si attiva con un incendio in atto che è ormai interno alla fascia perimetrale dei 200 m (incendio di interfaccia).

Si specifica che il Comune può valutare di porsi in una fase superiore al livello di allerta corrispondente, sulla base delle caratteristiche e condizioni climatiche del proprio territorio. 

Scenari di evento

All’interno del territorio comunale o del territorio ricompreso nell’associazione dei comuni, sono localizzate le aree a rischio incendio di interfaccia, così come definito nel paragrafo precedente.

Le aree dovranno essere censite con riferimento alla scheda allegata al piano denominata scheda CR4, all’interno della quale dovranno essere riportate le seguenti informazioni:

        ‐     localizzazione (riportata anche nella cartografia allegata al piano)

        ‐    tipologia di esposti: abitazioni, attività commerciali, attività produttive, edifici pubblici, scuole,…

‐ numero di persone e famiglie coinvolte (dovrà essere evidenziata l’eventuale presenza di persone fragili censite anche nella scheda CB4);

        ‐     fonte del rischio.

MODELLO DI INTERVENTO

Il modello di intervento prevede l’attivazione di fasi diverse a seconda che l’evento sia in fase di previsione oppure già in atto. In caso di incendio di interfaccia, si parla di attivazione del C.O.C. nel momento in cui si riscontri una minaccia pe la popolazione ed in particolare nl caso in cui l’evento sia prossimo alla fascia perimetrale o si sia già sviluppato al suo interno.

L’attivazione delle fasi a sua volta porta al coinvolgimento di responsabili diversi che svolgeranno determinate funzioni ed attività, secondo quanto riportato nelle tabelle seguenti.

In via generale, è possibile ricondurre il modello di intervento per il rischio incendi boschivi al seguente schema: